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Visualizzazione dei post da giugno, 2021

IF A TREE COULD TALK di LORENA PIZZI

  Eccomi qui! Un piccolo alberello alto più o meno un metro...  Da grande diventerò un grandissimo albero, con un tronco e una chioma che farà invidia anche agli alberi in quei giardinetti nelle villette di quei ricconi in paese, anche se non avró mai la possibilità di vincere una competizione contro di loro. Ma non mi faccio scoraggiare e continuo a crescere, e crescere, e crescere. Vicino a me c'è un altro alberello, è più grande di me, molto più grande, ma non abbastanza per farmi intimorire. Intravedo piccoli segni sul suo tronco... "Hei chi sono H e L?" Chiesi ma non mi rispose, allora alzai la voce perché forse non riusciva a sentirmi.  "Hei amico! Sto parlando con te."  "Lo so" rispose secco.  Quell'alberello non mi piace affatto. "Tu non mi piaci" gli dissi ma anche questa volta non ricevetti risposta.  "Hei tu! Io ti ho fatto una domanda" "So anche questo"   "E perché non mi rispondi?" piagnucolai in

IF A TREE COULD TALK...di ADA PETRILLO

  Salve miei giovani amici, è il signor Faggio che vi parla, oggi è il mio centotrentaduesimo compleanno, e come tutti aspetto questo giorno con ansia, però questo è un compleanno molto particolare, infatti sto aspettando che comincino i lavori per il mio abbattimento. Già avete capito, tra poco vi saluterò dopo 132 anni. Tranquilli, tranquilli bambini, non sono qui oggi per parlare del mio dolore e neanche per raccontare la mia storia, ma per parlare della mia vita insieme alla vostra, di come noi, semplici alberi immobili facciamo parte della vostra vita, passando molto spesso inosservati. Mi trovo in città, in un grande parco trafficato e spesso nessuno si accorge di me, nonostante abbia visto molti bambini diventare adulti, ho lasciato che la mia ombra proteggesse dai raggi del sole le carrozzine con i bambini addormentati, sono la casa dei vostri amati uccellini e vi lascio fare picnic e spuntini sotto la mia chioma. Devo dire che mi avete aiutato in questi lunghi anni e grazie a

IF A TREE COULD TALK... di SERENA ABBADESSA

  Era il 10 maggio 1940, i Paesi Bassi furono attaccati e occupati dalla Wehrmacht tedesca: le forze olandesi capitolarono. Anche per gli ebrei dei Paesi Bassi incombeva lo stesso destino di quelli delle altre zone occupate. Arrivò il 17 luglio. Quel giorno partì il primo treno per Auschwitz e agli ebrei fu tolta la cittadinanza, e nel mattino del 4 agosto 1944 Joseph fu deportato al campo di concentramento di Amersfoort. Il ragazzo ormai solo, strappato via dalla sua famiglia, percorse l'ingresso insieme agli altri trasportava i mattoni, e chi, come il ragazzo, gli venne dato il lavoro di piantare gli alberi. Quello era il suo compito del giorno. Allora si munì di zappa e cominciò a scavare fino ad ottenere una grossa buca per lasciarci cadere infine il seme.  Da quel giorno passarono mesi e mesi di duro lavoro, e ogni giorno il ragazzo dopo il lavoro si recava dove aveva piantato il seme per annaffiarlo, e la piantina, cresceva sempre di più.  Dopo un anno era diventata un albere

IF A TREE COULD TALK...di NICOLA LICURSI

Sembrava un giorno come tutti gli altri. Nulla di diverso.  Il vento come sempre attraversava la mia chioma, gli uccelli cinguettavano. la loro solita melodia e gli animali, come da abitudine, correvano per gli spari dei cacciatori. Mai avrei immaginato quello che, di lì a poco, sarebbe stato il mio destino. Ho sempre vissuto la mia longeva vita nella monotonia e nella tranquillità della foresta cui appartenevo. Ho vissuto 300 anni nel clima mite del mio posto, senza disturbi e senza fastidi, mentre il tempo scorreva, davanti a me.  Quel giorno tutto cambiò. Appena mi svegliai, la mattina, notai subito che gli uccelli non cantavano, cosa insolita, molto insolita. Iniziai a sentire un rumore. Persisteva e con il passare del tempo si faceva sempre più forte, sempre più forte, sempre più forte. In lontananza non si vedeva più il solito paesaggio, il paesaggio che

IF A TREE COULD TALK... di Costantino Petrillo

C’erano una volta due alberi, uno vecchio e uno giovane, Il primo era chiamato da tutti Nonno Albero mentre il secondo Albero Alberto, entrambi vivevano nell’aiuola di un piccolo parco al centro di una cittadina. Solitamente in questa cittadina non c’era mai bel tempo, ma stranamente quel giorno c’era un bel sole nel cielo. Albero Alberto era felicissimo e disse a Nonno Albero: “Hey Nonno! Hai visto che bella giornata? E’ da un po’ che non se ne vedono come queste.” Nonno Albero sorrise e gli rispose: “eh già, non è più come una volta” Albero Alberto ribattè: “Perchè com'era una volta?” Nonno Albero disse: “Molto tempo fa, qui c'era una grande foresta, niente strade, niente auto, niente marciapiedi di cemento, solo alberi e animaletti che vivevano allegri. Ogni giorno era un giorno felice e soleggiato, con gli uccellini che cantavano e gli scoiattoli che correvano da un albero all’altro. Tutto molto tranquillo, vero?” Albero Alberto rispose: “Si, ma poi? poi che accadde?” Nonno